Le origini della Fiera di Santa Anatolia risalgono alle nundine, i mercati agricoli degli antichi romani, che si sono poi intrecciati al culto della giovane martire. Patrona di Gerano e della comunità rom, Santa Anatolia e la sua festa sono diventate un ponte tra culture. Qui ogni anno rom e sinti, valligiani e curiosi, si incontrano mantenendo viva una tradizione fatta di scambi e rispetto reciproco.
Tra i profumi del mercato e i suoni della festa, trovano spazio gesti e parole. Un piccolo villaggio Slow Food porta street food, show cooking e, su prenotazione, Il profumo dei Gitani, un laboratorio dedicato agli oli essenziali. Accanto anche due libri freschi di stampa che offrono sguardi diversi e complementari sulla Fiera. Quello storico di Giuseppe Tommaso Patrizi con Due Giorni Sotto lo Stesso Cielo Rom e Sinti nella Tradizione Culturale e Religiosa Geranese. E quello iconografico di Marina Durand de la Penne con Rom e Sinti Raccontati dalla Pubblicità e loro Culto per Santa Anatolia. Ideatrice del
Museo delle Scatole di Latta, Durand de la Penne esporrà anche una piccola ma significativa selezione dei suoi affascinanti contenitori d’epoca. Sono iniziative nel segno del dialogo, che rinnovano una tradizione millenaria.