Nella colazione di Pasqua in Val d’Aniene non può mancare la Pizza Cresciuta, il dolce pasquale per eccellenza. Tradizionalmente si mangia insieme a salame corallina e uova sode; un contrasto perfetto tra dolce e salato. Chi vuole prendersela comoda e gustare un buon brunch mette in tavola anche punte di asparagi lessi, frittatine di asparagi selvatici o carciofi.
Per noi è il simbolo stesso della primavera. Alta, morbida ma non asciutta, è aromatizzata con anice, arancio, limone e una miscela di vermouth, rum, mistrà e alchermes.
Realizzare una buona Pizza cresciuta è una vera e propria arte. Sono fondamentali l’attenzione alle dosi e una lunga lievitazione. Un procedimento che una volta iniziava dalla sera prima realizzando un impasto “madre” con lievito di birra. Oggi che il tempo è tiranno, si sostituisce con il classico lievito in polvere per dolci ma il risultato è sempre ottimo.
Ogni famiglia, ogni fornaio ha i suoi piccoli segreti. Nel dopoguerra una fornaia tiburtina, la signora Giulia, era famosa per la bontà della sua Pizza Cresciuta, tanto che a Tivoli è conosciuta come “Pizza Giulia”.