L’impianto del Fagiolone oggi si fa a filari, che sostengono una rete su cui le piante si arrampicano formando lunghi cespugli che caratterizzano questa stretta vallata, alcuni però usano ancora il metodo tradizionale e lo seminano insieme al Mais Agostinella, così che crescendo si avvolge sullo stelo rigido di quest’antica varietà. In questo modo, a fine stagione, si ottengono due raccolti sullo stesso appezzamento di terreno senza impoverirlo perché il fagiolo restituisce alla terra gli elementi di cui si nutre il mais.
Negli anni la coltivazione del Fagiolone si era ridotta al semplice consumo familiare oggi, grazie a un piccolo consorzio di agricoltori e all’istituzione del Presidio Slow Food, anche se rimane una produzione di nicchia, si può trovarlo dai produttori locali, e in alcuni ristoranti, quasi tutto l’anno. A novembre poi è il protagonista della Sagra del Fagiolone, in cui è proposto nelle diverse ricette vallepietrane.