Chiesa di Santa Maria Maggiore


Un catalogo d’arte che attraversa diverse epoche

Faceva parte di un complesso monastico la Chiesa di Santa Maria Maggiore, il cui assetto architettonico fu cambiato per permettere la costruzione della Villa d’Este.
Sorta come monastero benedettino nell’XI secolo, la Chiesa di Santa Maria Maggiore nel 1256 fu assegnata, da papa Alessandro IV, ai frati francescani che la gestiscono tuttora.

Dei tanti interventi subiti, i cui segni s’intravedono ancora sulla facciata, quello più radicale fu realizzato a metà del Cinquecento quando, durante la costruzione della monumentale Villa del cardinale Ippolito II d’Este, il chiostro fu trasformato nel cortile del nuovo palazzo e vi fu aggiunto il bel campanile che, con la tipica sensibilità rinascimentale di rispetto del paesaggio, ricalcò lo stile romanico di quello della Cattedrale.
Dal bellissimo portale gotico, realizzato da Angelo da Tivoli, al pavimento cosmatesco della navata centrale; dal tabernacolo rinascimentale, che incornicia l’affresco duecentesco della Vergine con Bambino, al trittico trecentesco di Bartolomeo da Siena; dal bel Crocefisso ligneo, attribuito a Baccio da Montelupo, all’altare assegnato ad Alberto Galvani (davanti al quale è sepolto Ippolito II d’Este), fino al grande polittico cinquecentesco della Vergine, la Chiesa di Santa Maria Maggiore si presenta al visitatore come un vero e proprio sipario sull’arte tra Medioevo e Barocco.



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