Architetture romane e strutture industriali in un panorama mozzafiato
L’incredibile stratificazione di architetture romane e strutture industriali fa del Santuario di Ercole Vincitore un percorso di visita originale e ricco di storie da scoprire in un panorama mozzafiato.
Costruito verso la fine del II secolo a. C., appena fuori le mura della città, il Santuario di Ercole Vincitore non era solo un edificio sacro ma anche un importante centro economico, dedicato al protettore dell’antica Tibur, dio della guerra, del commercio e della pastorizia. La struttura originaria si sviluppava su una platea di circa 3000 metri quadrati retta da sostruzioni alte più di quaranta metri. Tre lati erano delimitati da portici con statue e fontane, alimentate dall’acquedotto sotterraneo Forma che captava l’acqua dell’Aniene. Sul lato libero, che guarda verso la campagna romana, si trovava il teatro con una cavea di oltre 60 metri di diametro. Al centro, alle spalle del teatro, s’innalzava il tempio, alto, compreso il podio, 25 metri.
Una scenografia grandiosa, la cui semplicità formale contrasta con la complessa architettura dei livelli sottostanti e retrostanti i portici, un dedalo di stanze, scale, gallerie con robuste arcate, realizzate per superare il dislivello del terreno. Perfino un tratto della via consolare Tiburtina fu inglobato in una galleria: la Via Tecta che ospitava ambienti di varia grandezza destinati a botteghe e uffici amministrativi indispensabili al controllo dei traffici commerciali. Nel IV secolo d.C., con la proibizione dei culti pagani, iniziò la decadenza. Dal X secolo, l’area fu occupata da orti, vigne e conventi. Nella seconda metà del Cinquecento al canale Forma si aggiunsero le acque di scarico delle fontane di Villa d’Este, favorendo così l’insediamento di mulini, filande, armerie, fonderie e cartiere. Alla fine dell’Ottocento, con la creazione del Canale Canevari, le acque del complesso reticolo idrico furono convogliate nella centrale idroelettrica dell'Acquoria, la prima in Italia da cui si è trasmessa a distanza la corrente alternata. Oggi Il Santuario di Ercole Vincitore propone un vero e proprio viaggio a ritroso attraverso le epoche, a partire dal periodo a cavallo tra Otto e Novecento, quando l’economia tiburtina si fondava soprattutto sull’industria cartaria. Man mano che si prosegue nella visita si scoprono le enormi stanze, con i pavimenti solcati dai binari dei vagoncini industriali, costruite sui basamenti dell’antico edificio romano; la suggestione della Via Tecta che introduce al meraviglioso panorama sulla campagna romana, i gradoni dell’anfiteatro e l‘affascinante scenario della torretta del Canale Canevari.
Architetture romane e strutture industriali in un panorama mozzafiato
L’incredibile stratificazione di architetture romane e strutture industriali fa del Santuario di Ercole Vincitore un percorso di visita originale e ricco di storie da scoprire in un panorama mozzafiato.
Costruito verso la fine del II secolo a. C., appena fuori le mura della città, il Santuario di Ercole Vincitore non era solo un edificio sacro ma anche un importante centro economico, dedicato al protettore dell’antica Tibur, dio della guerra, del commercio e della pastorizia. La struttura originaria si sviluppava su una platea di circa 3000 metri quadrati retta da sostruzioni alte più di quaranta metri. Tre lati erano delimitati da portici con statue e fontane, alimentate dall’acquedotto sotterraneo Forma che captava l’acqua dell’Aniene. Sul lato libero, che guarda verso la campagna romana, si trovava il teatro con una cavea di oltre 60 metri di diametro. Al centro, alle spalle del teatro, s’innalzava il tempio, alto, compreso il podio, 25 metri. Una scenografia grandiosa, la cui semplicità formale contrasta con la complessa architettura dei livelli sottostanti e retrostanti i portici, un dedalo di stanze, scale, gallerie con robuste arcate, realizzate per superare il dislivello del terreno. Perfino un tratto della via consolare Tiburtina fu inglobato in una galleria: la Via Tecta che ospitava ambienti di varia grandezza destinati a botteghe e uffici amministrativi indispensabili al controllo dei traffici commerciali. Nel IV secolo d.C., con la proibizione dei culti pagani, iniziò la decadenza. Dal X secolo, l’area fu occupata da orti, vigne e conventi. Nella seconda metà del Cinquecento al canale Forma si aggiunsero le acque di scarico delle fontane di Villa d’Este, favorendo così l’insediamento di mulini, filande, armerie, fonderie e cartiere. Alla fine dell’Ottocento, con la creazione del Canale Canevari, le acque del complesso reticolo idrico furono convogliate nella centrale idroelettrica dell'Acquoria, la prima in Italia da cui si è trasmessa a distanza la corrente alternata. Oggi Il Santuario di Ercole Vincitore propone un vero e proprio viaggio a ritroso attraverso le epoche, a partire dal periodo a cavallo tra Otto e Novecento, quando l’economia tiburtina si fondava soprattutto sull’industria cartaria. Man mano che si prosegue nella visita si scoprono le enormi stanze, con i pavimenti solcati dai binari dei vagoncini industriali, costruite sui basamenti dell’antico edificio romano; la suggestione della Via Tecta che introduce al meraviglioso panorama sulla campagna romana, i gradoni dell’anfiteatro e l‘affascinante scenario della torretta del Canale Canevari.
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