Gli splendidi templi costruiti sull’acropoli Tiburtina sono due gioielli d’arte antica che dominano la vista sulla Villa Gregoriana e sul suggestivo baratro creato dalle cascate dell’Aniene.
Quello che più colpisce è l’elegante tempio circolare; costruito all’inizio del I secolo a. C., con l’ingresso rivolto verso l’antica chiusa dell’Aniene, è sostenuto da un’ardita piattaforma creata da archi in muratura che rendono ancor più seducente l’effetto scenografico: alle spalle le case medievali e sullo sfondo i monti della Riserva del Catillo. La cella centrale è circondata da meravigliose colonne di travertino, con scanalature che si attenuano verso l’alto accentuandone l’effetto slanciato, su cui poggiano i capitelli corinzi che sorreggono una trabeazione con festoni alternati a bucrani, allusione all’antichissima strada di transumanza.
Dietro, a pochi metri di distanza, si trova il secondo tempio che dà le spalle alle cascate. Risale alla fine del II secolo a.C., ed è a pianta rettangolare; aveva quattro colonne ioniche all’entrata (ne restano due) e una serie di finte colonne ricavate nelle tre pareti laterali. Si erge su un raffinato podio rivestito di travertino, con base e coronamento aggettanti, poggiato su un grande basamento in blocchi di tufo. Non si sa con certezza a quali divinità fossero consacrati. L'unica dedicazione che possiamo escludere, nonostante una certa tradizione, è quella a Vesta, il cui nome troviamo in un toponimo che interessa tutt'altra zona della città antica. Probabilmente quello circolare era dedicato alla Sibilla. Nel medioevo furono trasformati in chiese. In seguito, nello spazio libero tra l’uno e l’altro, fu costruita una casa per il parroco che solo alla fine dell’Ottocento fu demolita riportandoli alla loro dimensione originaria e restituendo al paesaggio la romantica veduta attuale.
Gli splendidi templi costruiti sull’acropoli Tiburtina sono due gioielli d’arte antica che dominano la vista sulla Villa Gregoriana e sul suggestivo baratro creato dalle cascate dell’Aniene.
Quello che più colpisce è l’elegante tempio circolare; costruito all’inizio del I secolo a. C., con l’ingresso rivolto verso l’antica chiusa dell’Aniene, è sostenuto da un’ardita piattaforma creata da archi in muratura che rendono ancor più seducente l’effetto scenografico: alle spalle le case medievali e sullo sfondo i monti della Riserva del Catillo. La cella centrale è circondata da meravigliose colonne di travertino, con scanalature che si attenuano verso l’alto accentuandone l’effetto slanciato, su cui poggiano i capitelli corinzi che sorreggono una trabeazione con festoni alternati a bucrani, allusione all’antichissima strada di transumanza. Dietro, a pochi metri di distanza, si trova il secondo tempio che dà le spalle alle cascate. Risale alla fine del II secolo a.C., ed è a pianta rettangolare; aveva quattro colonne ioniche all’entrata (ne restano due) e una serie di finte colonne ricavate nelle tre pareti laterali. Si erge su un raffinato podio rivestito di travertino, con base e coronamento aggettanti, poggiato su un grande basamento in blocchi di tufo. Non si sa con certezza a quali divinità fossero consacrati. L'unica dedicazione che possiamo escludere, nonostante una certa tradizione, è quella a Vesta, il cui nome troviamo in un toponimo che interessa tutt'altra zona della città antica. Probabilmente quello circolare era dedicato alla Sibilla. Nel medioevo furono trasformati in chiese. In seguito, nello spazio libero tra l’uno e l’altro, fu costruita una casa per il parroco che solo alla fine dell’Ottocento fu demolita riportandoli alla loro dimensione originaria e restituendo al paesaggio la romantica veduta attuale.
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