La mongolfiera di San Biagio è un momento collettivo di sacralità e speranza. Ogni 3 febbraio, anima Marano Equo durante la festa dedicata al patrono, protettore di chi soffre di mal di gola. Le celebrazioni patronali sono molto radicate in Val d'Aniene. Esprimono un senso di appartenenza che trascende il tempo. Questa, in particolare, è una delle più significative.
Nei giorni precedenti, il borgo si riunisce in un clima di fervida partecipazione. Gli adulti realizzano la grande mongolfiera di carta colorata, mentre i bambini, guidati dai più esperti, costruiscono una versione più piccola per imparare quest’arte. Nelle cucine si preparano morbide ciambelle salate all’anice. Tipiche della Val d’Aniene, a Marano Equo diventano un pane rituale che richiama il miracolo del santo: la guarigione di un bambino salvato dal soffocamento con una mollica di pane.
I festeggiamenti iniziano la mattina, nella Chiesa di San Biagio, con la messa solenne e il rito dell’unzione della gola, simbolo di protezione contro i malanni di stagione. Subito dopo, prende il via la processione. Il busto di San Biagio guida il corteo, accompagnato dal parroco e dal sindaco, che sorregge una statuina del santo custodita in comune. Seguono la banda musicale e i fedeli. Arrivati a Piazza Dante, tra la commozione generale, si lancia il grande pallone aerostatico e, a seguire la mongolfiera più piccola, realizzata dai bambini. Sempre più spesso si vedono alzarsi lanterne colorate, lanciate dai presenti; un segno tangibile della forte partecipazione. La ricorrenza si conclude con la distribuzione delle ciambelle, occasione di convivialità che rinsalda i legami sociali.
La festa di San Biagio a Marano Equo è un viaggio nel cuore di una comunità che dimostra come le tradizioni popolari possono vivere nel tempo mantenendo intatti i valori di fede e unione.