È la prima e la più vasta raccolta demo-etno-antropologica del Lazio, il Museo della Civiltà Contadina “Valle dell’Aniene” di Roviano, testimonianza viva del genius loci della Val d’Aniene
Il museo vanta oltre 2000 pezzi, frutto dell’appassionata e paziente raccolta che Artemio Tacchia (insegnante rovianese e studioso di storia e tradizioni locali) ha condotto tra le famiglie di Roviano e altri borghi della Valle dell’Aniene. Nei saloni del Palazzo Baronale, già appartenuto ai Colonna, ai Barberini, ai Barberini Colonna di Sciarra, ai Brancaccio e dal 1979 proprietà comunale, un allestimento scenografico - con isole, oggetti e strumenti di lavoro appesi alle pareti e ai soffitti, vetrine e pannelli a griglia - fa rivivere i cesti, i mastelli, i fisculi, le pigiatrici e le botti della vendemmia e della raccolta delle olive; j’armaru, il bastone appenditutto dei pastori; incudini di fabbri; trappole per lupi, banchi di lavoro e arnesi del falegname e dell’arcaro, banchetti di calzolai; zuppiere, paioli, ricami, costumi, fasce e telai casalinghi; racconta le giornate dei contadini, tra caie, basti, vanghe e aratri; del duro lavoro dei minatori, impegnati nelle gallerie della ferrovia Roma-Sulmona e dell’autostrada; della vita spensierata dei bambini, tra giochi, alfabetieri e banchi di scuola; dei momenti intimi e collettivi, della devozione. Un universo quotidiano in cui gli oggetti, classificati con i loro nomi dialettali (tradotti in italiano, inglese e in braille) rivelano le intense commistioni tra cultura contadina, pastorale, artigiana e operaia.