Il banchetto dell’imperatore Nerone


La gola dell’Aniene tra il Monte Taleo e il Francolano è un ambiente così meraviglioso e selvaggio che perfino l’imperatore Nerone se né innamorò.
Ne era talmente affascinato che vi fece costruire una villa grandiosa articolata su entrambe le sponde del fiume. Per farlo dovette imbrigliarne l’acqua realizzando tre laghi: gli antichi Simbruina Stagna. È proprio in quel periodo, nel 60 d.C. circa, che fu fondata Sub Laqueum ovvero Subiaco. Nerone si rifugiava in questa villa per andare a caccia nei boschi e fare bagni tonificanti nelle acque limpide e gelide dell’Aniene; si dice addirittura che vi andasse a pesca con una rete d’oro.
Tacito negli Annales (XIV, 22) racconta che un giorno, mentre l’imperatore stava mangiando in uno dei padiglioni del suo palazzo, scoppiò un violento temporale. Nerone non vi fece caso; pensava che restando al coperto non avrebbe corso rischi, invece all’improvviso un fulmine colpì la tavola che andò in pezzi. L’imperatore restò molto scosso e considerandolo un segno nefasto fuggì e non tornò mai più a Subiaco.

La Villa fu poi utilizzata da Traiano che vi soggiornò durante la costruzione della sua residenza sugli Altipiani di Arcinazzo. La decadenza iniziò con le invasioni barbariche; terremoti e piene del fiume contribuirono a mandarla in rovina. Nel V secolo San Benedetto riscoprì la bellezza del luogo e utilizzò i resti della villa per costruire i suoi primi monasteri, così come continuarono a fare anche i suoi monaci per ampliarli e per abbellire altre chiese. All’entrata della Villa si può vedere il suo primo piccolo monastero di San Clemente, il primo che fondò, mentre sotto la rupe su cui sorge il monastero di Santa Scolastica si trova l’unico rimasto dei Simbruina Stagna: il Laghetto di San Benedetto.


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