Cippi di confine


Silenti testimoni della storia

Sulle vette dei Monti Cantari, sul Monte Viperella, a margine del Fosso Fioio a Campo della Pietra, sulle creste tra Prataglia e Camposecco, e anche sui rilievi di Piani Uggi ci si sorprende sempre un po’ di trovare delle colonne di pietra numerate: sono i vecchi cippi di confine.
Per secoli, infatti, le montagne che ora formano il Parco Naturale dei Monti Simbruini, sono state il limite tra lo Stato Pontificio e i vari regni di Sicilia, dagli Svevi ai Borboni. Secolari sono state anche le dispute sugli sconfinamenti finché si concordò di segnare i termini. Tra il 1846 e il 1847, da Terracina fino a Porto d’Ascoli, si piantarono 686 colonne su cui, oltre al numero progressivo, sono incisi: da una parte le Chiavi di San Pietro, e dall’altra il giglio dei Borbone.
Nel 1861, con l’unificazione d’Italia, furono abbattute quasi tutte; nessuno, però, si è mai arrampicato fin quassù per toglierle, così oggi sono una testimonianza storica e uno spunto per farsi un originalissimo selfie.



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