Camerata Vecchia


Il borgo fantasma rifugio di briganti e cavalieri

Sul margine occidentale dei Monti Simbruini, a 1250 m di quota, un tempo sorgeva Camerata Vecchia con la sua rocca; un borgo inespugnabile: punto strategico nel medioevo e avamposto di frontiera in età moderna.
Il 7 gennaio 1859 fu completamente distrutta da un incendio; la causa è tuttora sconosciuta ma gli abitanti costretti a trasferirsi a valle, nella Camerata Nuova.
Lo scenario è affascinante; ci si fa strada tra le vecchie strade e le mura delle case: la chioma di un ontano che spunta da una finestra, un’edera che ricopre una parete e quasi la sorregge, un architrave rimasto miracolosamente intatto, l’imponente arco a tutto sesto che sorreggeva le mura. Risalendo verso la cresta del colle tratti di mura disegnano la pianta dell’antica rocca, da cui si gode una vista mozzafiato su Camerata Nuova, la Piana del Cavaliere e le vette lungo il confine tra Lazio e Abruzzo.
Ci si arriva a piedi dal borgo seguendo la carrareccia per l’Altopiano di Camposecco; finita la salita si volta a destra e si prosegue a mezzacosta fino alle rovine.



Camerata Vecchia

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