Enrico Coleman: il pittore escursionista che disegnò le orchidee dei Simbruini


Sui Monti Simbruini l’escursionismo ha una tradizione lunga quasi un secolo e mezzo; iniziata con le prime esplorazioni di Enrico Coleman, raffinato paesaggista che divise la sua vita tra l’arte, la passione per le orchidee e l’alpinismo.
Nell’aprile del 1881 il Coleman e l’ingegner Edoardo Martinori arrivarono a Tivoli, con il tramvai, proseguendo in carrozza per Subiaco. Da qui iniziò l’avventura che li portò a Jenne, Vallepietra, Camerata Vecchia e Arsoli dove ripresero la diligenza.
Da buon escursionista Coleman, che fu tra i primi soci della sezione romana del Club Alpino Italiano, annotò minuziosamente sul suo taccuino note di viaggio, osservazioni di Martinori sulle formazione geologiche, schizzi di paesaggi e orchidee spontanee.
Nato a Roma nel 1846, aveva ereditato dal padre Charles, paesaggista inglese, l’interesse per la pittura naturalistica che perfezionò grazie ai consigli di Nino Costa. Gli derivava invece dalla madre Fortunata Segatori, modella nata a Subiaco, l’amore per i Monti Simbruini. Nel 1886 aderì al movimento In Arte Libertas e, in seguito, al gruppo dei XXV della Campagna Romana. Partecipò a molte delle più importanti esposizioni internazionali italiane e straniere del tempo e a tutte le Biennali di Venezia fino al 1910.
Gli amici lo chiamavano scherzosamente “il Birmano” per via della sua passione per le orchidee. Un amore quasi maniacale, da cui nacque un prezioso album con 88 riproduzioni analitiche di queste splendide piante. In un’epoca in cui non esisteva ancora la fotografia a colori, la raccolta divenne molto importante anche per gli studi botanici, tanto che il ricercatore Fabrizio Cortesi gli dedicò un ibrido: l’Orchidea colemanii, un incrocio tra Orchis mascula var. rosea e Orchis pauciflora.
Prendendo spunto dal taccuino di Coleman, che aveva rappresentato anche Cineto Romano e Villa d’Este, fu ideato il Sentiero Coleman; un trekking da Subiaco a Tivoli, che, in sette tappe, attraversa il Parco dei Monti Simbruini, quello dei Monti Lucretili e la Riserva di Monte Catillo.


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