Villa di Orazio


Una perfetta simbiosi tra storia e natura

Armoniosamente inserita in un bosco secolare da cui emergono mura reticolari, terme e raffinati pavimenti a mosaico, la Villa di Orazio è il simbolo dell’essenza del buon vivere in armonia con la natura tanto caro a Quinto Orazio Flacco, il poeta del Carpe Diem.
La Villa gli fu donata da Mecenate, il suo più intimo amico, nel 33 a. C.; le accurate descrizioni, immortalate nelle sue opere, delle selve dei Monti Lucretili, del fiume Digentia e del Pagus Mandela, non lasciano dubbi sul fatto che era proprio questa la casa in cui egli amava rifugiarsi “lontano dal caos della città”, per vivere in tranquillità e semplicità, dedicandosi alla filosofia, alla letteratura e alla poesia.
Il complesso archeologico si trova su uno splendido terrazzamento alla base del Colle Rotondo. Della struttura originaria, che, con oliveti, frutteti, vigneti e campi, si estendeva per 40 ettari, si possono vedere i resti dei vari ambienti residenziali raccolti intorno a un atrio, un balneum, trasformato alla fine del I secolo d. C. in un vero e proprio impianto termale, e un ampio giardino porticato.
Tutte le costruzioni sono in opera reticolata con pavimentazioni generalmente in cocciopesto e, in alcuni ambienti, a mosaico con sobri e raffinati motivi geometrici. Dalle campagne di scavo sono emersi fregi di marmo, sculture, resti di strutture idrauliche in piombo, oggetti d’uso quotidiano e soprattutto pitture e stucchi, dai colori vivaci, conservati nel Museo Archeologico Oraziano allestito nel Palazzo Orsini Borghese a Licenza. Da vedere, a circa cento metri dall’area archeologica, è anche l’elegante Ninfeo degli Orsini.

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CURIOSITÀ




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