Il complesso archeologico di San Cosimato è uno dei punti più belli e suggestivi del medio corso dell’Aniene, vi si trovano l’omonimo convento, di cui fu abate anche San Benedetto, e alcune chiese rupestri. È in questo tratto che s’incrociavano i grandi Acquedotti Aniensi che rifornivano Roma.
In sponda destra, scavati nella rupe, si trovavano l’Acquedotto Marcio (144-140 a.C.) e il Claudio (38-52 d.C.); superavano il fiume attraverso un ponte per continuare sul versante opposto dove correva anche l’Anio Novus (38-52 d.C.), affianco al più antico, l’Anio Vetus (272-270 a.C.).
La rupe di San Cosimato è formata da un calcare fragile e spugnoso, per questo motivo i romani non scavarono delle gallerie dritte ma preferirono creare, attraverso delle bocche d’accesso sul lato a strapiombo sul fiume, dei cunicoli superficiali che seguono l’andamento della roccia, una tecnica che consentì di ridurre tempi e costi. Tuttavia si dovette ricorrere a una continua manutenzione.
La visita agli acquedotti parte dal giardino dell’ex convento francescano, oggi trasformato in albergo. Delle scalinate, scavate nella roccia, introducono prima ad alcune cappelle rupestri e infine alle gallerie da cui alcune finestre aperte in parete offrono splendidi scorci sulla gola dell’Aniene. Il percorso finisce in corrispondenza dell’antico ponte di servizio splendidamente ritratto da Jacob Hackert e da altri vedutisti del periodo del Grand Tour di cui oggi rimangono solo dei tronconi.