È uno scrigno d’arte, la Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati: il trionfo pittorico di Ascanio Manenti e suo figlio Vincenzo, allievo del Cavalier d’Arpino e del Domenichino
Gli affreschi della Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati sono frutto di un lavoro a quattro mani in cui si confrontano due stili: il tardo manierismo romano, tipico di Ascanio, e il classismo seicentesco di Vincenzo Manenti: un costante duetto tra due generazioni.
Ai riquadri dei santi dipinti dal padre nella navata, si alterna così lo splendido affresco del figlio Vincenzo che troneggia sull’altare di sinistra: il bel San Francesco che riceve le stimmate, dove l’autore inserisce anche un suo autoritratto in vesti ecclesiastiche. Sull’altare di fronte si trova la Madonna del Rosario, realizzata da Ascanio, contornata da riquadri con i quindici misteri. Fino alla fine dell’Ottocento l’opera era coperta da una tela, dall’identico soggetto, dipinta dal figlio Vincenzo che oggi si trova vicino all’entrata.
Il dialogo pittorico tra padre e figlio torna nella Cappella Cervelli (a sinistra) in cui Vincenzo Manenti ha dipinto il San Giacomo con San Carlo Borromeo e le Donne in costume che rendono omaggio a Santa Lucia. La sua impronta è ancora più esplicita nella Cappella Basilici che esalta il gusto secentesco del ritratto.