Racconta una storia di attaccamento alle tradizioni e di amore per i propri luoghi il Museo della Cultura Rurale di Agosta; allestito nei locali dell’ex Municipio è anche l’esempio di un recupero architettonico virtuoso
Visitare un luogo è anche conoscere il suo passato e le sue tradizioni. Nei tre piani del Museo della Cultura Rurale di Agosta scoprirete uno spaccato della vita di un tempo in questo borgo che affaccia sull’Aniene.
Aratri; basti, falci e falcetti, asciugamani di rigida tela di canapa; fusi e arcolai; fasce e berrettini di pizzo; una manica ricamata, usata in processione per non sporcare di cera l’unico abito della festa; strumenti musicali come le “raganelle”, usate in sostituzione delle campane in particolari occasioni liturgiche; e soprattutto un’interessante collezione di retini e strumenti per la pesca di gamberi e rane per cui Agosta era famosa.
Una volta erano oggetti d’uso comune, oggi, spesso, non ne conosciamo più neanche i nomi, ma ci parlano di tempi in cui la vita scorreva duramente tra sacrifici quotidiani e sospirati momenti di festa. Un modo di vivere ormai scomparso che gli agostani hanno voluto preservare perché nella loro semplice utilità racchiudono conoscenze importanti che ancora oggi costituiscono l’identità culturale di questa piccola comunità.